Perché le figure sante hanno sempre un’Aura? cosa significa?

Ti sei mai chiesto perché i santi hanno una luce intorno al capo?

In ogni cultura del mondo, da Oriente a Occidente, le figure spirituali vengono rappresentate con una luce che le circonda.
Cristo, Buddha, Krishna, gli angeli, i santi, le divinità egizie o induiste: tutti sono raffigurati con un’aura luminosa intorno al capo, talvolta attorno a tutto il corpo.

Ma perché?

È solo un simbolo artistico? O c’è qualcosa di più?

Questa luce che da millenni viene rappresentata nell’arte sacra e nelle tradizioni spirituali è ciò che molti oggi chiamano aura: un campo sottile di energia che riflette la nostra coscienza, il nostro stato interiore, la nostra presenza.

E anche se non tutti la vedono, tutti la percepiamo: con l’intuito, con la pelle, con l’anima.

In questo articolo inizieremo un piccolo viaggio per scoprire cos’è davvero l’aura, perché è presente in ogni tradizione e come può aiutarci a conoscere meglio noi stessi.

Ma forse non serve guardare così lontano. A volte, diciamo che una persona ha “una bella energia”, o che in certi luoghi “si respira un’aria pesante”. Usiamo espressioni come “quella persona è luminosa”, “oggi mi sento spento”, o “è grigia dentro”.

Non sono solo modi di dire: sono intuizioni antiche che ci parlano di qualcosa che percepiamo, anche se non sempre sappiamo spiegare.

Potrebbe essere l’aura — quel campo energetico sottile che ci avvolge e comunica chi siamo ben oltre le parole.

🧠 Anche la psicologia ha provato a spiegarlo: il campo di Lewin

Se pensi che l’aura sia solo un concetto esoterico, potresti sorprenderti nello scoprire che anche la psicologia ha esplorato qualcosa di molto simile.

Negli anni ’40, lo psicologo tedesco Kurt Lewin introdusse il concetto di “campo psicologico”. Secondo la sua teoria, ogni individuo è immerso in un campo di forze invisibili, fatto di pensieri, emozioni, esperienze passate e influenze ambientali.

Questo campo non è separato dal corpo, ma lo circonda, lo guida, lo condiziona, proprio come se fosse un’estensione energetica della persona.

In altre parole, ogni persona irradia qualcosa — e questo “qualcosa” può essere percepito, avvertito dagli altri.
Non lo chiamò “aura”, ma il concetto è sorprendentemente vicino.

Anche nella vita quotidiana lo sperimentiamo: alcune persone “ci tolgono energia”, altre “ci fanno sentire bene solo a starci vicini”. E non è solo empatia: è il modo in cui i nostri campi energetici si influenzano a vicenda.

📚 Un ponte tra scienza e intuizione: come fu accolto il lavoro di Lewin

Il lavoro di Kurt Lewin fu rivoluzionario per il suo tempo. Nella prima metà del Novecento, la psicologia era ancora fortemente influenzata dal comportamentismo, focalizzato solo su ciò che era osservabile e misurabile.
Lewin, invece, osò spingersi oltre: introdusse l’idea che l’individuo non è isolato, ma è costantemente immerso in un campo di forze psicologiche — un sistema dinamico in cui interagiscono emozioni, contesto, relazioni e intenzioni.

All’epoca, il suo approccio fu accolto con interesse ma anche con cautela. Era considerato visionario, troppo “astratto” da alcuni psicologi più ortodossi. Tuttavia, il suo concetto di campo psicologico è diventato nel tempo un fondamento della psicologia della Gestalt, della psicologia sociale e della psicologia umanistica.

Oggi Lewin è riconosciuto come uno dei padri della psicologia moderna, e il suo pensiero viene ripreso anche in ambiti più sottili, come le neuroscienze della percezione e le pratiche di consapevolezza.
Anche se non parlava di “aura” in senso spirituale, ha aperto la strada a una comprensione più ampia dell’essere umano, vista non solo come mente o corpo, ma come campo in relazione.

In un certo senso, Lewin ha portato nella psicologia occidentale una visione energetica dell’individuo, simile a quella che, da secoli, viene descritta dalle tradizioni spirituali di tutto il mondo.

🔍 Come viene considerata oggi la teoria del campo di Lewin

La teoria del campo di Kurt Lewin è oggi considerata una pietra miliare della psicologia sociale e della psicologia della Gestalt.
Sebbene nel tempo sia stata integrata da approcci più recenti, i suoi principi sono ancora ampiamente studiati e applicati.

Ecco come viene vista oggi:

1. Come fondamento del pensiero sistemico

Lewin è considerato uno dei primi ad aver introdotto una visione olistica e dinamica dell’essere umano.
Il suo concetto di campo psicologico anticipa ciò che oggi chiamiamo sistema complesso: ogni persona è influenzata da una rete di fattori esterni e interni, in continuo mutamento.

2. Ancora attuale nella psicologia sociale

I suoi studi sono alla base di concetti fondamentali come:

  • Influenza del gruppo sull’individuo

  • Comportamento come funzione dell’ambiente e della persona

  • Leadership, dinamiche relazionali, cambiamento comportamentale

Tutti questi temi sono tuttora studiati e utilizzati in psicologia, coaching, formazione e risorse umane.

3. Riconosciuto come precursore di modelli più profondi

La sua visione è oggi vista anche come ponte tra la psicologia scientifica e approcci più umanistici o spirituali, come la mindfulness, le neuroscienze affettive e persino la psicologia energetica.

🌐 Un percorso parallelo: campo psicologico e aura

Sebbene Kurt Lewin non parlasse di aura in senso energetico o spirituale, la sua teoria del campo psicologico ha tracciato una linea di pensiero che corre in parallelo al concetto di aura così come viene intesa nelle tradizioni spirituali.

Entrambi i modelli — scientifico da una parte, spirituale dall’altra — condividono alcuni punti chiave:

  • L’idea che l’essere umano non sia isolato, ma immerso in un campo sottile di influenze

  • Il riconoscimento che questo campo si modifica nel tempo, in base a emozioni, pensieri, relazioni

  • La consapevolezza che possiamo percepire l’energia degli altri, anche senza contatto fisico

Tuttavia, la psicologia di Lewin rimane nel dominio della mente e del comportamento, mentre la concezione spirituale dell’aura include anche l’anima, la coscienza, la vibrazione energetica vera e propria.

Possiamo dire che si tratta di due linguaggi diversi per descrivere una realtà simile, osservata da prospettive differenti: una con gli occhi della scienza, l’altra con quelli dell’intuizione spirituale.

E forse è proprio nell’incontro tra questi due mondi che può nascere una nuova consapevolezza, capace di unire logica e intuizione, razionalità e sensibilità energetica.

Dalla luce dei santi all’aura che ci circonda

Fin dall’antichità, l’essere umano ha percepito la presenza di una luce intorno a chi è profondamente connesso alla propria coscienza spirituale.
Non è un caso se, in tutte le culture, i santi, le divinità e i maestri spirituali sono rappresentati con una luce dorata intorno al capo: quella luce è l’aura.

Nel linguaggio dell’arte sacra, l’aura è diventata un simbolo di purezza, risveglio e contatto con il divino.
Ma se quella luce non fosse solo simbolica?
Se anche tu fossi circondato da un campo sottile che cambia in base ai tuoi pensieri, alle tue emozioni, al tuo stato di coscienza?

Forse l’aura non è qualcosa che appartiene solo ai santi, ma un’espressione naturale dell’essere umano, che si può imparare a percepire, comprendere, coltivare.


🌟 Nel prossimo articolo…

Nel prossimo articolo ci addentreremo nel cuore della domanda:

Cos’è davvero l’aura?

Vedremo come le tradizioni spirituali e le visioni energetiche la descrivono, quali sono i colori dell’aura e cosa rappresentano, e come iniziare a percepirla nel proprio corpo e attorno agli altri.

🌿 Per ora, resta con questa domanda nel cuore:
“E se quella luce fosse anche dentro di me?”

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